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Mobilità condivisa e guida autonoma: Italia non ancora pronta

Sul fronte dei servizi di mobilità condivisa e guida autonoma l’Italia paga ancora un grave ritardo rispetto ad altri paesi europei e non solo

Mobilità condivisa e guida autonoma. Lo  studio Automotive Disruption Radar condotto da Roland Berger dimostra che l’Italia è ancora in netto ritardo sul fronte della smart mobility. A tale conclusione si è giunti intervistando 13.000 consumatori residenti in 13 Paesi differenti. Tra i fattori chiave presi in considerazione troviamo il quadro normativo, la tecnologia, le infrastrutture e il coinvolgimento dei player dell’industria Automotive.

In vetta alla classifica c’è la Cina. Al secondo posto Singapore. Terza la Corea del Sud. Il primo paese europeo, solamente al quarto posto, è l’Olanda. Tra i 13 Paesi analizzati, l’Italia figura addirittura al dodicesimo posto, precedendo in classifica soltanto il Belgio. La motivazione di una posizione in classifica così precaria sarebbe da ricondurre alla presenza di infrastrutture insufficienti  e di una normativa ritenuta troppo antiquata.

E’ pur vero che qualcosa comincia a muoversi anche in Italia. Certo è che se sarà necessaria, nei prossimi anni, una profonda trasformazione e, probabilmente, una riconversione dell’intero settore automobilistico. La tecnologia offre opportunità incredibili. Mobilità condivisa e guida autonoma possono contribuire a ridurre enormemente le emissioni del settore. E’ necessario, però, un cambio di mentalità. Ma per raggiungere un risultato del genere è necessario anche l’apporto dei consumatori. Bisognerà mostrare maggiore apertura nei confronti dei servizi di smart mobility per cogliere le nuove possibilità che offrirà il settore.