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Sanzioni autovelox: ecco tutto ciò che c’è da sapere

Ecco quando le sanzioni per eccesso di velocità inflitte dall’autovelox sono valide e quando, invece, possono essere annullate

Le sanzioni autovelox rappresentano, ormai, un incubo per gli automobilisti. Certo è che questi strumenti si rivelano, comunque, utili per provare a disciplinare il comportamento di chi, al volante, troppo spesso tende a superare i limiti di velocità. Il problema è che non sempre gli autovelox funzionano in modo corretto. Quando ciò avviene ci si può opporre alle eventuali contravvenzioni. Ecco in che modo.

Innanzitutto, è bene richiamare le ultime decisioni in ambito giudiziario. Nel 2015 la Corte Costituzionale ha stabilito che gli autovelox devono essere tarati periodicamente. Al riguardo si sono espressi anche il Ministero dell’Interno e quello dei Trasporti. Il primo, con la direttiva Minniti, è finalizzato a punire i gestori che installano strumenti non a norma. Il secondo ha recepito le indicazioni sia del Ministero dell’Interno che della Corte Costituzionale le quali, grazie al decreto 282 del 2017, assumono valore legislativo.

Cosa stabiliscono le nuove norme

E’ obbligatorio tarare periodicamente sia gli autovelox fissi, sia quelli mobili. Si attendono sviluppi sull’eventuale applicazione di queste norme anche per i telelaser e i rilevatori dinamici utilizzati dalle forze dell’ordine per scattare foto alle auto in corsa.

Ricordiamo che l’automobilista può essere fermato e multato direttamente dagli agenti oppure può ricevere la sanzione a casa. Quando la multa è stata conseguenza di un’infrazione rilevata dagli autovelox l’automobilista che ritiene di non aver superato i limiti può, nelle sedi opportune, far valere i propri diritti.

Come difendersi

Se l’autovelox è stato tarato da meno di un anno rispetto a quando è stata effettuata l’infrazione allora c’è ben poco da fare. In questo caso, la multa è valida. Se, invece, lo strumento è stato regolato più di un anno prima dalla data in cui è stata effettuata l’infrazione allora la sanzione non è valida. L’automobilista deve, però, presentare ricorso al giudice di pace competente entro 30 giorni dalla data in cui gli è pervenuta la notifica. L’unica nota dolente è che la presentazione del ricorso prevede il pagamento di € 43,00 di tassa. E’ una spesa che, però, conviene sobbarcarsi se si è convinti di essere dalla parte della ragione. Tra l’altro, pur non essendo stabilito in maniera precisa dalla legge, spesso avviene che, quando l’automobilista ha ragione, il gestore viene invitato a rimborsare anche la tassa di € 43,00.

Può, però, succedere che nel verbale non vi sia alcun riferimento alla manutenzione dell’autovelox. Anche in tale caso è possibile presentare il ricorso presso il giudice di pace. Quest’ultimo chiederà al gestore di mostrare i documenti relativi alla taratura per poi prendere la decisione finale.